Chi l'avrebbe mai detto che si potesse combinare un'uscita domenicale per andare in palestra? Che come noi organizziamo con gli amici di spostarci in macchina per raggiungere una qualche destinazione arrampicatoria più distante, qui a Detroit (che purtroppo non è Boulder) ci si metta d'accordo per affrontare in compagnia due ore di macchina e cambiare aria, o meglio, cambiare tracciatura? La proposta arriva da Jessie, la regina della palestra, un concentrato di muscoli, grinta e vitalità che metterebbe in soggezione chiunque. Boulderista dedicata, Jessie è il motore delle nostre sessioni di blocchi, anima il gruppo e lancia incoraggiamenti a tutti quelli che si cimentano; non solo, ma si congratula con il famigerato "batti il cinque", che noi credevamo retaggio di tempi andati. E ti fa sentire subito parte del gruppo.
Jessie ci invita ad unirci a loro per andare alla palestra di Kalamazoo (sono gli anglofoni che con i nomi non hanno fantasia…) con tanto di cena insieme per il rientro.
Arriviamo a destinazione verso mezzogiorno; immancabilmente il pavimento è fatto del solito materiale blu a sfondamento, ci si può cadere senza problemi anche da un blocco alto; qualche materassone in stile pad costella la zona boulder, e i profili più strapiombanti sono protetti da un materasso più simile a quelli che troviamo in Italia.
Pare che abbiano il gusto del blocco alto, da queste parti, come anche giù da noi a Ann Arbor, e spesso del blocco alto con lancio finale; in più il muro di Kalamazoo prevede la ribalta; si soffia, si suda, le unghie grattano per fare presa e non scivolare giù in stile Will Coyote, di nuovo vittime della forza di gravità. Gli altri fanno il tifo, esortazioni e incoraggiamenti da video, dello stile “C’mon, finish it up!” o anche “U can do it!” Condito da un “Nice try” se non ce l’hai fatta ma hai dato tutto, e un “Good” o “Great job” se invece il blocco l’hai chiuso. Ma caspita, funziona! La motivazione è alle stelle, ci ritroviamo a scalare fino all’ultimo minuto, quasi quattro ore ininterrotte di blocchi. Cose dell’altro mondo…