Ci sono volute quattro visite alla palestra di Ann Arbor, ma alla fine abbiamo rotto il ghiaccio. Per quasi un quarto d’ora abbiamo parlato con gli arrampicatori autoctoni, scambiato mail e numeri di telefono, concordato i giorni in cui trovarsi in palestra. Sembra banale, ma è bastato per una bella dose di entusiasmo, e tornando a casa in macchina abbiamo deciso una volta per tutte che Ann Arbor batte Pontiac. Dopo essere stati a Pontiac, credevamo che il clima fosse freddino ovunque, che la gente fosse chiusa e diffidente in generale, e invece no. Solo nella palestra di Pontiac, a quanto pare. Probabilmente il fatto di trovarsi in una zona così depressa non è molto incoraggiante, e l’atteggiamento da duri conviene.
Bisogna di nuovo chiarire che il Michigan - per chi non l’avesse ancora capito - non è terra di arrampicatori. Tutti gli appassionati, se e quando possono, si trasferiscono in Colorado. Boulder è la mecca di questi pellegrinaggi, e lo è a ragion veduta, trattandosi di una città a misura di sportivo. Fare sport è praticamente obbligatorio. Possibilmente sport ad alto livello. Va bene, lo confessiamo, siamo venuti qui apposta per non sentirci delle mezze calzette.
Qui la media è bassa, l’approccio è in genere poco sportivo e molto rilassato, ma non potrebbe essere altrimenti, in uno stato dove di roccia non se ne trova nemmeno per sbaglio; in compenso, però, quelli che sono più motivati lo sono davvero, e appena possono saltano su una macchina o prendono un aereo. Cosa che faremo anche noi quanto prima...
In palestra, un tesserino magico che ci certifica per la scalata da primi. Per la certificazione è stato necessario superare un piccolo test di sicura dinamica con secchiello, a turno entrambi abbiamo scalato e siamo caduti, mentre l’altro dimostrava che era in grado di tenere una caduta senza far schiantare il partner a terra e senza steccarlo con le tibie contro i bordo del tetto.
Detto per inciso, anche se uno di noi fosse caduto fino a terra, si sarebbe fatto poco o niente. Infatti il pavimento - se si può chiamare così una superficie simil-moquette su cui si cammina come sulla luna, a rimbalzo - è pro-sfondamento: in caso di una caduta, inghiotte lo sfortunato in un mondo sotterraneo di gommapiuma a strati.
La cosa più curiosa è il sistema di autosicura che permette di affrontare le temibili pareti dal 5.8 al 5.10 (ovvero dal 5° al 6a+). Un argano recupera in automatico un cavo che l’arrampicatore sgancia dal muro (possibilmente senza lasciarlo andare) e si aggancia all’imbrago, accompagnando prima la salita e poi la discesa. Abbiamo provato per voi.
Finchè si tratta di salire tutto bene… Ma arrivati alla presa di catena, non è stato facile decidere di lasciarsi andare. Il cavo sembrava molle, come se non offrisse alcuna resistenza. Fa effetto non avere nessuno a cui gridare “Blocca”…
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