giovedì 5 aprile 2012

The Gallery

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Nel corso delle ultime 20 ore, le previsioni del tempo sono già cambiate tre o quattro volte. Le probabilità di precipitazioni sono aumentate e l’arrivo della pioggia è previsto per le 12. Niente da fare per il settore Torrent, che si trova su terreno privato e per cui l’accesso è regolato tramite una specie di registrazione-lotteria su internet: dalle sei (del mattino) in poi, i primi che si registrano hanno diritto a entrare in falesia, a gruppi di 4 persone; purtroppo la domenica l’accesso è sospeso, quindi dobbiamo ripiegare sulle altre opzioni che avevamo individuato.

The Gallery però è tutt’altro che un ripiego, anzi. I primi due tiri (5.10c e 5.10d - tra il 6a+ e i 6b+) sono veri e propri gioielli, uno di strapiombo, l’altro tecnico, su balze di roccia stondata in cui gli appoggi sono stati distribuiti con parsimonia, e gli spit anche.

(Mark su Zen and the Art of Masturbation, 5.12d - 7c/c+)

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L’aria è fresca, umida; con la precisione di un orologio, alle 12 arriva la pioggia, ma per fortuna le vie rimangono abbastanza protette perché, come al solito, anche quelle che sembrano verticali in realtà strapiombano di svariati metri. Il settore, nell’insieme, è comunque caratterizzato da vie più tecniche e meno aggettanti; una fra tutte Zen. Faccia (quasi) verticale, tecnica, rinvii molto distanziati, in stile Ceuse. Impossibile azzerare, su questa così come su tutte le altre vie. Mark conferma, spiegando che è stato molto contento di trovare un cordone in posto che permette di moschettare prima del chiave…

I run out per arrivare in catena sono all’ordine del giorno, come Jaco e io scopriamo su Mosaic; e non è affatto vero che quando la chiodatura si allunga i passaggi siano più facili. Al terzo tentativo, Jaco chiude Mosaic (5.12c - 7b+), mentre io rimango a bocca asciutta, cadendo ancora una volta all’ultimo rinvio. Il tiro non avrebbe potuto avere un nome più azzeccato, visto il dedalo di buchi e buchetti in cui ci si muove; spesso piatti, mai banali da scoprire e tenere. Godimento puro.

(sotto: Elena su Mosaic)

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Jon, dopo essersi imbattuto in un nido di vespe che l’hanno costretto alla ritirata, decide di provare Shocker, 5.14b (8c); un’altra “face climb” dagli appigli minuscoli, che consumano la pelle come una grattugia. Ci stupiamo nel vedere quanto sia alto il primo spit; Mark ci spiega che è una cosa abbastanza comune, e che è altrettanto comune partire con il primo rinvio pre-moschettonato.

(sotto: Jon su Shocker)

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La nostra giornata si conclude alle due; anche se potessimo fermarci più a lungo non avremmo la forza di provare nient’altro. Le mani fanno male, non vogliono nemmeno più stringersi attorno alla corda. Il viaggio di ritorno è lungo, almeno sei ore di macchina, senza contare le soste per fare benzina e per rifocillarsi, ma corriamo già con la testa ai progetti per la prossima volta che saremo qui.

Un consiglio: mai fermarsi la domenica al MacDonald di Stanton (l’unico posto dove prendere una specie di caffè prima di mettersi in viaggio). L’odore di hamburger e patatine alle tre di un’assolato pomeriggio domenicale potrebbe essere fatale. Ma avete mai visto qualcuno mettere il dolcificante nella Coca Cola???

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