domenica 22 gennaio 2012

Weekend a Boyne Mountain

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Montagna è un concetto relativo. L’abbiamo appena scoperto. Quella che abbiamo visitato questo fine settimana si eleva a ben 100 metri sul livello del mare ed è, a tutti gli effetti, un panettone che spunta nel mezzo di una landa in cui lo sguardo si perde all’orizzonte senza incontrare ostacoli. Il dislivello dalla cima al fondo delle piste - a voler essere accomodanti - è di circa 300 metri.

Ci troviamo a quattro ore di distanza da “casa”, sul lato occidentale della penisola del Michigan, nella sua zona più settentrionale. In questo periodo dovrebbe esserci molta più neve, ma per ora l’inverno è stato mite, e di rado le temperature sono scese di molto sotto lo zero (anche se sabato il termometro era stabile sui -13°).

Comunque, la neve si deposita immediatamente, proprio grazie al freddo; sabato mattina, durante il tragitto verso nord, la highway 75 sembrava una pista da pattinaggio; la polizia non poteva nemmeno dedicarsi a controllare i limiti di velocità, impegnata com’era a soccorrere gli automobilisti scivolati fuori strada.

Il panorama è incredibile. Foreste ovunque, neve e foreste, e casette sparpagliate nella neve; zone in cui è più facile spostarsi in motoslitta che in macchina, talvolta.

Pur non disponendo di grandi dislivelli, lo spazio non manca, ed è per questo che lo sci di fondo, declinato come classico più che pattinato, è molto popolare, in tutto il Michigan. Qui a Boyne Mountain, anche in un periodo povero di neve, sono aperti quasi 44 chilometri di sentieri (sui 58 dell’intero tracciato). Sci e scarponcini ci vengono consegnati per due giorni senza che si debba lasciare un documento o una cauzione.

La prima ora con gli sci ai piedi è stata abbastanza drammatica; quando non era impegnato a spiegarmi come pattinare, Jaco si sarà sicuramente fatto qualche risata alle mie spalle. Ho sperimentato vari tipi di caduta, da ferma, all’indietro, pancia in avanti. Per fortuna, la neve è soffice e fredda, polverosissima; nonostante le mie frequenti cadute iniziali, sono riuscita a non bagnarmi nemmeno un po’. Il secondo giorno è andato molto meglio; grazie all’aiuto di Jaco sono riuscita a capire come si affronta una salita - almeno a livello teorico - e ho scoperto perché dicono che questo sport faccia bene al cuore. Curiosamente, tutti quelli che incrociavamo puntavano proprio su questo aspetto, oppure sul consumo di calorie. Da noi, nessuno avrebbe salutato degli sconosciuti - in primo luogo - e tantomeno avrebbe puntato l’attenzione sul lato fitness dell’attività. Con tutti quegli alberi, quella neve, quei paesaggi, le calorie erano proprio l’ultimo dei nostri pensieri.

Le tracce per il fondo si snodano nella zona ai piedi del panettone da sci di discesa, e alcuni percorsi più difficili salgono verso gli impianti e scendono dall’altro lato della montagna. Qualche folata di vento ci faceva cadere addosso fiocchi di neve come piccoli cristalli di ghiaccio.

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L’altra attrattiva della zona è il lago Charlevoix (nella foto) che si allunga dalla costa verso l’interno, come un serpente. Il lago ghiaccia completamente, in inverno, ma pare che adesso non sia ancora ben consolidato, e la barista che ci ha servito la birra sconsiglia di camminarci sopra (l’avevamo appena fatto, saltellando anche ripetutamente per saggiarne la consistenza). Anche il lago Michigan ghiaccia, ma non del tutto, e su quello è davvero meglio non camminare…

1 commento:

  1. Che bei posti ragazzi!!!! Brava ele,complimenti per il tuo primo weekend sulla neve!!!! Non e' poi così male, non trovi? Un grosso bacio!!! Vi leggo sempre con piacere un bacio notte

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