martedì 17 gennaio 2012

Rigorosamente Indoor - Pontiac

Per prendere confidenza con il territorio, incominciamo ad esplorare uno dei luoghi che ci sono più familiari a casa nostra: la palestra di arrampicata, un rituale quotidiano.

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Ci sono due palestre dalle nostre parti, una ad Ann Arbor, un’oretta di distanza, l’altra a Pontiac, più vicina a quella che provvisoriamente chiamiamo “casa”, ma che in realtà è un residence per profughi lavorativi.

A Pontiac bisogna fare attenzione, ci dicono. Non prendere taxi, non allontanarsi dalle strade principali di sera, guardarsi le spalle. Perfetto per prendere confidenza con il territorio. Mentre ci avviciniamo alla palestra - ovviamente perdendoci e percorrendo tutte le strade peggiori e fuori mano - ci rendiamo conto che intorno a noi c’è un bel po’ di miseria, poco evidente nelle zone commerciali e nei downtown. Assi di legno inchiodate sulle porte e sulle finestre, case fatiscenti comunque abitate. Periferie abbandonate a se stesse dopo il crollo dell’industria automobilistica. Zone da non frequentare dopo il tramonto.

Anche la palestra sembra un po’ fatiscente, in stile bat-caverna, ma ciò non ne pregiudica l’efficacia. Il muro rotante per criceti - regolabile per velocità e inclinazione - sferraglia e sussulta mentre si mette in moto; e noi che pensavamo fosse solo un aggeggio da record televisivi… No, esiste davvero, e la gente lo usa volentieri!

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Il muro è alto, parecchio alto, con settori anche molto strapiombanti; mentre sulla sinistra, una zona con un piccolo bunker e un fungo è dedicata al boulder. Niente circuiti, o corda o blocchi. Ovviamente grado americano. La ribalta del blocco, oltre lo strapiombo, conduce direttamente al meritato riposo, un divano trapuntato a scacchi su cui è inevitabile sedersi, anche se solo per un minuto…

Dicono che i piemontesi siano chiusi e diffidenti, ma la gente di qui non scherza affatto, e ci fa sembrare dei simpaticoni decisamente inclini a socializzare: per un totale di sei o sette ore finora trascorse in palestra, ci hanno rivolto la parola solo due volte. Non che non siano gentili e cortesi, anzi; si limitano a rispondere a un’eventuale domanda e poi tornano a farsi i fatti loro.

Niente incoraggiamenti, niente Yeah man o You can do it spesi per gli estranei con cui si condivide una sessione di blocchi. Ci danno un’occhiata, e tornano a farsi i fatti loro. Sarà lunga.

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