venerdì 9 novembre 2012

Appuntamento alla Chocolate Factory

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Zach e Mexican Mark a Chocolate factory

Mercoledì sera ero in preda a un dilemma esistenziale di proporzioni inusitate. Avevo passato un’altra giornata a combattere contro il freddo a Sanctuary, dove avevo provato Triple Sec perché Mark e Zach mi avevano detto che era più facile di Jesus Wept, entrambi 7c. Ma avevo sottovalutato la differenza di altezza, fattore determinante su tutta la via, e in particolare sul blocco iniziale. Dico solo che il tiro, in un primo momento, era stato gradato 7c+: di tutti quelli con cui ho parlato, prima e dopo, solo loro due lo trovano facile. Alcuni non passano nemmeno, tanto è morfologico il passo chiave. Da una rovescia svasa bisogna lanciare a un bordo, un metro più in alto, con il piede sinistro sotto la mano e il destro a sgattare alla disperata. Con le dita ghiacciate cercavo di arcuare quei buchi svasi e irregolari tipici di Red River, che non si sa mai come prendere, spalmando i piedi sul muro liscio dove mi ostinavo a segnare con la magnesite appoggi che semplicemente non c’erano.

Ma giovedì si preannunciava finalmente una giornata di sole. La prima da una settimana a questa parte.

Sole e caldo. Però io giovedì avevo un appuntamento. Avevo chiesto e ottenuto che Adam Ondra mi dicesse quando sarebbe andato alla Chocolate Factory per provare a vista i due 9a del settore. L’istinto di giornalista (seeeee’) mi diceva che non potevo perdere l’occasione di assistere a un evento storico di tale portata, e di raccontarlo, dopo avere fatto due chiacchiere con Adam. Peccato però che l’ arrampicatrice che è in me fosse poco d’accordo. “Eccheccazzo, mi diceva, “sono le tue vacanze, scala e fatti i fatti tuoi.” Tanto più che gli altri non erano troppo inclini a cambiare i piani per andare in quel settore, sperando che il fenomenale Ondra si materializzasse. Avevo praticamente rinunciato alla cosa, per evitare complicazioni organizzative, ma al mattino Zach e Mexican Mark avevano annunciato che tanto valeva dare un’occhiata: Mexican Mark avrebbe provato qualche 5.10 e poi ci saremmo spostati per raggiungere gli altri a Midnight Surf. Una piccola concessione al mio voyeurismo da giornalista.

Avrei dovuto sospettare qualcosa vedendo che, alle 10 di mattina, la falesia era deserta. Chissà perché, avevo sperato che Ondra provasse il tiro al mattino presto, ma con il passare dei minuti, mentre il sole si alzava e diventava sempre più caldo, mi rendevo conto che il ceco non si sarebbe fatto vivo prima di sera. Faceva caldo, troppo per provare a vista dei tiri come quelli. Tanto peggio. Personalmente non mi lamentavo certo della temperatura. Le vie di riscaldamento erano una più bella dell’altra, e potevo godermi il tepore del sole, finalmente libera da calzamaglie e triplo strato di magliette termiche. In fondo non mi dispiaceva neppure troppo potermene andare così, senza impegni, a provare il mio tiro sugli strapiomboni del Surf.

“Tanto le sgrada”, avevo detto a Zach mentre ce ne andavamo, trotterellando lungo il sentiero.

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A spasso sotto la pioggia

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