Se mai doveste capitare a Detroit durante la terza settimana di agosto e se non foste fan delle macchine d’epoca, evitate Woodward Avenue, la strada per eccellenza, che dal 1800 attraversa la città - e i suoi suburbs - lungo la Saginaw Trail, una via di comunicazione risalente agli indiani, che collegava Detroit con Pontiac, Saginaw e Flint.
Woodward è la prima autostrada degli Stati Uniti: Woodward avenue sta alle highway come Yellowstone sta ai parchi nazionali; non per niente, il segretario americano ai trasporti dichiarò, nel 2002, che “Wodward Avenue mise le ruote all’America”. Del resto, da queste parti le alternative per spostarsi non sono molte; nel cuore della civiltà dell’auto, pare che lo stesso Henry Ford avesse fatto pressione affinché non venissero sviluppati i trasporti pubblici. Tutti dovevano avere un’auto (e se possibile, più d’una!)
La Dream Cruise celebra i tempi d’oro degli anni ’50 e ’70, quando era normale “sfilare” lungo Woodward e mettersi in mostra nei drive-in di Woodward; ciò significa che nella settimana di Ferragosto, dagli Stati Uniti, e dal resto del mondo, si riuniscono a Detroit tutti gli appassionati di auto, d’epoca e non, per creare un unico, lungo, interminabile ingorgo lungo Woodward. Il traffico si propaga anche alle vie traverse e parallele, a causa della migliaia di auto che cercano di immettersi su Woodward. Calcolate di metterci il doppio del tempo per andare da qualsiasi parte.
Fin qui, tutto bene. La cosa più difficile da capire è la gente che si accampa a bordo strada, sulle aiuole e non, con sedie da campeggio, tavole imbandite e ombrelloni, per ammirare le macchine che passano; e non solo su Woodward, magari persino sulle stradine secondarie, lontano dal flusso delle “muscle cars” in bella mostra. Giorni e giorni di pic nic ininterrotto condito dai fumi del traffico. I passeggeri veleggiano - forse il termine è esagerato, visto che si procede a passo d’uomo - guardandosi attorno per cogliere gli sguardi degli spettatori e la loro ammirazione.
La macchina come estensione di se stessi e celebrazione del proprio status. Certo che a molti piacerebbe trovarsi al volante di una Mustang - magari gialla, o comunque molto tamarra, tipo blu con le strisce bianche lungo tutta la lunghezza - ma il desiderio di identificazione svanisce in fretta quando si intuisce dietro al finestrino la massa umana che guida la macchina. Più la mia macchina è cool più lo sono anche io in genere significa che le auto più belle sono guidate dagli individui meno attraenti; e considerando che Mustang e Camaro sono i modelli preferiti delle donne borghesi fra i 30 e i 50 anni, che non sanno cosa sia il cambio, non sanno fare una curva e solitamente nemmeno guidare, tutto sommato preferisco la bicicletta.
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