mercoledì 25 aprile 2012

Il Lode

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“All’inizio mi facevo condizionare molto dalle previsioni”, ci spiega Mark, “ma poi ho capito che non ci si può fare troppo affidamento.”

“Quindi si scende lo stesso”, aggiunge Zach, rispondendo allegramente alle mie domande sulle condizioni per il fine settimana.

Ad ogni modo, pare che questa sia una delle volte in cui la meteo non ci ha preso, visto che di sole non c’è nemmeno l’ombra, e anzi la pioggia non accenna a smettere, né il cielo ad aprirsi. Nessuno si scompone, pazienza per l’umidità, pazienza per il freddo. Del resto, dopo aver affrontato un viaggio così lungo non ci si può mica lamentare, no?

Oltretutto, molti settori di Red River offrono riparo dalla pioggia, e alcuni non si bagnano nemmeno sotto il diluvio; quasi non ci si accorge nemmeno che sta piovendo. Neache a dirlo, il Motherlode è uno di questi.

Di fronte alla scelta fra uno strapiombo a 35 gradi e un muro inclinato a 15, io propenderei naturalmente per la seconda opzione; ma d’altro canto sia a me sia a Jaco sembra quasi un’eresia, trovarsi in un luogo simile e preferire una parete verticale. Venduto. Vada per gli strapiombi. Si parte con Chainsaw, un modesto 7a+ (si fa per dire…)

Il primo problema che incontriamo (anzi che incontra Jaco) è un ragno gigantesco annidato sulle prese che portano alla catena; e quando dico gigantesco, voglio dire proprio grosso, e peloso.

Mark, calandosi dal tiro di fianco, riesce a buttarlo giù; cade a piombo come se fosse una pietra, con lo sguardo riusciamo tutti a seguirlo distintamente, e a vederlo atterrare. Ma anche risolto il problema ragno, il nostro rapporto con quel tiro, e con quelli di fianco, non accenna a migliorare. Quasi quasi ci spostiamo…

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(sopra, Jaco su Heart Shaped Box)

Ne valeva la pena. Il tiro si chiama Heart Shaped Box (5.12c); strapiombo leggero, buchi, increspature della roccia da stringere come se fossero tacche. Vado in avanscoperta, talmente rinfrancata dal trovarmi su un terreno congeniale che non mi accorgo nemmeno delle cadute. Dopo New River, difficile avere paura su un terreno davvero sportivo, come questo...

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(sopra, Jon sul Snooker, 5.13a al Motherlode)

Il secondo giorno, come d’abitudine, ci si sveglia presto (un male purtroppo necessario, tirarsi su dal letto alle sette) per poter sfruttare appieno la mezza giornata prima di dover tornare a casa. Arrivare in falesia prima delle nove ha l’innegabile vantaggio di non doversi contendere con nessuno i tiri più facili; soprattutto in un posto come il Solar Collector, che funge da settore di riscaldamento per le zone contigue, molto più dure. Il muro della Gold Coast (guardate la foto di Jon su Golden Boy, per farvi un’idea), con nostro sommo dispiacere offre solo tiri dall’8a in su.

Nonostante il freddo, e l’inclinazione del Collettore Solare, intorno ai 30°, oggi siamo entrambi in buona, e tutto i tiri che proviamo vanno via in scioltezza. Sarà per l’aderenza, o per l’incentivo delle “chocolate covered cherries” (ciliegie ricoperte di cioccolato), riesco a chiudere a vista Supafly (5.12a, il mio primo in terra straniera) e vado da Mark - che distribuisce dette ciliegie a chi realizza la prestazione della giornata - a riscuotere il premio. Come ogni Maestro di Cerimonie che si rispetti, Mark mi consegna solennemente le ciliegie di cioccolato, e io le assaporo il più a lungo possibile. Chissà quanto dovrò aspettare prima di mangiarne altre...

Il volo di Jon è uno dei più lunghi che abbia mai tenuto. Fa il movimento dinamico di Golden Boy dopo il passo duro, e da sotto vedo la luce filtrare tra le dita della sua mano e la presa, afferrata al pelo. Due movimenti lo portano al rinvio, prende corda per moschettare e in quell’esatto momento cade - ma sono riuscita a recuperare un po’ di lasco. Jaco, che sta fotografando, lo vede sparire dall’obiettivo, e io schizzo al primo rinvio, con Jon uno o due metri sopra di me. Dall’altra parte, Zac e Mark sentono solo la respirazione pesante di Jon che si trasforma in una risata liberatoria. Beh, meno male che l’ha trovato divertente!

(Jon su Golden Boy, 5.13b)

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Di fianco a noi, uno dei tanti bambini prodigio che ci sono in giro prova un 8b+, con il padre che lo assicura, paziente. Una telecamera registra tutto, per permettere la successiva analisi e correzione degli errori. Metodo scientifico, massimo rigore, divertimento… giudicate voi. “Adesso voglio che tu faccia bene attenzione”, dice il ragazzino al padre in tono serissimo, quasi seccato, o spazientito. “Guarda bene dove metto i piedi e che movimenti faccio, devo poterli ricostruire, dopo.”

Nuove generazioni…

(sotto, Jon su Snooker, 5.13a)

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